stranieri in italia



      asilo politico    
Diritto alla salute
 
                    HOME
Visto
    Permesso di soggiorno
  Carta di soggiorno
   Asilo politico 
 Centri di accoglienza 
 Centri di Permanenza 
Residenza e domicilio
 Carta d'identità
  Codice fiscale
  Rinnovo del Permesso
   Scuola
    Maternità 
   Salute
   Cittadinanza
   Matrimonio
Sportello per l'immigrazione  
Leggi e norme 2006-2007
diritto alla salute

Diritto alla salute


La questione del riconoscimento del diritto alla salute e delle possibili modalità di assistenza sanitaria degli stranieri immigrati, sia legali, che illegali, sta caratterizzando in questi anni, in modo trasversale, tutti i paesi a sviluppo avanzato. Raramente sia in Italia che altrove, si assiste ad un pacato e serio confronto sulle grandi questioni sollevate nel settore sanitario dalla modificazione in senso multiculturale delle società, che affronti i temi dell'accessibilità ai servizi e degli eventuali adattamenti di essi, al fine di soddisfare bisogni e domande diverse e a garantire una reale fruibilità di essi.
L'Italia ha affrontato la questione del diritto alla salute degli immigrati in maniera molto frammentaria e in termini emergenziali e di sanità pubblica fino a pochissimo tempo fa.
Una ricerca condotta nel 1995 per compiere una revisione della legislazione sanitaria relativa agli immigrati ha evidenziato che dal 1978 (anno di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale) al 1995 sono stati emanati 27 provvedimenti legislativi più una serie di altri provvedimenti a carattere specifico. In pratica si è assistito all'assenza di una politica sanitaria specifica e ad una forte instabilità del diritto alla salute degli immigrati. Gli interventi sanitari previsti erano solamente quelli di "prevenzione di forme morbose di interesse per la salute pubblica".
Inoltre sempre nell'ottica del binomio "straniero/pericolo" era previsto, per l'operatore sanitario, l'obbligo di segnalare alle autorità di Pubblica Sicurezza le persone amministrativamente non in regola con il permesso di soggiorno.
Il D.L. N. 489 del 1995 ha segnato una svolta importante in quanto si sancivano:
- il diritto alla salute per tutti gli immigrati, regolari e non, 
- l'accesso alle cure non solo straordinarie e urgenti, ma anche a quelle essenziali, ordinarie e continuative, 
- per la prima volte si parla del diritto alla salvaguardia della salute non solo collettiva, ma anche individuale, 
- per la prima volta viene fatto divieto agli operatori di segnalare alle autorità di Pubblica Sicurezza le persone amministrativamente non in regola con il permesso di soggiorno
Appariva chiara la necessità di sviluppare e sostenere una politica sanitaria specifica, capace di dare risposte convincenti a sollecitazioni che provenivano sia da alcune realtà di servizi pubblici sia dal volontariato, da sempre impegnato nell'assistenza sanitaria degli immigrati e nella promozione dei loro diritti.
Nel 1998 è stata approvata una nuova legge sull'immigrazione con il dichiarato obiettivo di "superare la logica dell'emergenza e dei provvedimenti tampone, per confermare l'impegno europeista dell'Italia e il rispetto di accordi e convenzioni, per garantire un limpido percorso di cittadinanza agli immigrati regolari, per contrastare l'immigrazione clandestina e lo sfruttamento criminale dei flussi migratori, per regolare l'afflusso degli ingressi" (dal Comunicato del 14 febbraio 1997 dell'Ufficio Stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presentazione del disegno di legge).
La legge 40/98 riconosce al fenomeno migratorio una valenza strutturale e non emergenziale e, pertanto individua strumento per la realizzazione di reali percorsi di cittadinanza degli immigrati.
Sul piano sanitario gli immigrati con regolare permesso di soggiorno sono parificati agli italiani, e individua la necessità di assicurare anche "ai cittadini presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno…le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative per malattie ed infortunio" e di estendere "i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva". In particolare si garantiscono "la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le cittadine italiane….la tutela della salute del minore,…le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni, gli interventi di profilassi internazionale…..la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei focolai". Si prevede, inoltre che le prestazioni siano erogate "senza oneri a carico dei richiedenti, qualora privi di reisorse economiche sufficienti…"
Infine viene riconfermato il divieto agli operatori a segnalare all'Autorità Giudiziaria la persona non in regola con il permesso di soggiorno.

Attualmente i riferimenti normativi sono:

Legge 40/98: Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, G.U. n. 59, 12 marzo 1998
Circolare Ministero della Sanità, n. DPS/X40/1010, 22 aprile 1998
D.L. n. 286/98: Testo unico concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, G.U. n. 191, 25 luglio 1998
D.L. n. 394/99: Regolamento di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286
Circolare Ministero della Sanità, n. 5, 24 marzo 2000
Legge n. 189 agosto 2002

A fronte di una legislazione che nell’ambito della tutela della salute contiene elementi di equità e di riconoscimento della salute come diritto universale si rilevano una serie di criticità che rischiano di invalidare i contenuti stessi della normativa, soprattutto in relazione ai gruppi più marginali di immigrati, coloro cioè che non sono in regola con il permesso di soggiorno.
I principali ostacoli alla piena realizzazione della tutela della salute degli immigrati sono:
- comportamenti difformi da luogo a luogo nell'applicazione della legge con una pericolosa tendenza alla discrezionalità degli operatori delle Aziende Sanitarie
- un crescente impoverimento culturale degli italiani con un aumento di xenofobia e di razzismo, diffusione di sentimenti di paura verso chi è portatore di una diversa cultura e di pregiudizi di cui neanche gli operatori sanitari sono esenti, per cui tendono ad assumere atteggiamenti eticamente e deontologicamente scorretti, respingendo tout court le domande di assistenza sanitaria degli immigrati 
- il processo di aziendalizzazione (leggi di riforma sanitaria 502/92 e 517/93) che, introdotto come strumento gestionale per migliorare l'allocazione delle risorse sanitarie e l'appropriatezza, ha di fatto ridotto l'accessibilità ai servizi sanitari, l'attenzione alla prevenzione, la capacità dei servizi di prendere in carico la persona malata e ha peggiorato l'aspetto relazionale con il paziente a causa di politiche volte al contenimento dei costi attraverso il cambiamento dell'offerta e della domanda, piuttosto che volte al guadagno in termini di salute. L'educazione alla salute, la medicina preventiva, l'assistenza sanitaria e la riduzione dei fattori di rischio per chi vive in condizioni marginali e di povertà, non vengono considerate come un investimento per il benessere di tutta la collettività, ma soltanto un ulteriore aumento della spesa sanitaria, e, pertanto vengono scartate,
- la rigidità burocratica e organizzativa e la complessità del funzionamento dei servizi, spesso totalmente autoreferenziali
- la mancanza di informazione e, soprattutto di formazione degli operatori sanitari (comunicazione interculturale, informazioni sulle culture altre, su altri sistemi di cura, assunzione del punto di vista dell'utente, comprensione del fatto che operatori e immigrati non condividono lo stesso sistema di riferimento ecc) e di strumenti professionali all'interno dell'organizzazione (percorsi, profili di cura, risorse in rete, multidisciplinarietà)
- mancanza di conoscenza, da parte degli immigrati, dei loro diritti.